Otoplastica

L’otoplastica, nota anche come chirurgia estetica delle orecchie, è l’operazione che consente di riposizionare e rimodellare le orecchie prominenti (orecchie a sventola o ad ansa) e di correggere difetti post-traumatici o conseguenti ad interventi demolitivi dei tumori del padiglione auricolare.

Le orecchie ad ansa, caratterizzate da una eccessiva distanza tra i padiglioni auricolari e la nuca, sono causate da una malformazione dello scheletro cartilagineo dell’orecchio e rappresentano un difetto congenito che colpisce circa l’1% della popolazione mondiale, un’anomalia estetica che può influenzare notevolmente l’armonia complessiva del viso.

L’intervento di otoplastica posiziona correttamente il padiglione auricolare che risulta troppo distante dal cranio e ne rimodella inoltre la cartilagine. Chi si sottopone a questa operazione presenta una di queste caratteristiche:

orecchie a sventola

orecchie sproporzionate

orecchie malformate

lobo troppo largo o troppo lungo

perdita parziale o completa dell’orecchio

I padiglioni auricolari sono tra le prime strutture anatomiche del corpo a raggiungere la dimensione finale: intorno ai 7-8 anni lo sviluppo di orecchie e cartilagine può considerarsi ultimato. Intervenire prima con un’otoplastica potrebbe essere inutile o addirittura dannoso.

Negli individui più giovani sono di solito i genitori a sollecitare l’intervento, in quanto avvertono un malessere del figlio, causato dalle prese in giro dei compagni di scuola o dei coetanei. Negli adulti l’otoplastica è richiesta soprattutto da coloro che si sentono a disagio o in imbarazzo. Tuttavia, non è escluso che l’intervento possa essere affrontato non solo per una questione estetica, ma anche per risolvere problemi di natura funzionale (come per esempio il dolore alle orecchie troppo sporgenti provocato indossando un casco per moto).

L’otoplastica è un intervento molto personalizzato e prima di procedere il medico sottopone il paziente a diversi controlli per accertarsi che non vi siano controindicazioni e per escludere alterazioni che potrebbero compromettere l’esito dell’operazione.

Si comincia con una valutazione dello stato di salute e della storia clinica del paziente, al fine di accertare di quali malattie ha sofferto la persona e se ha mai avuto problemi all’udito o infezioni all’orecchio. Si prosegue poi con un esame fisico, in cui viene analizzata la forma, la posizione e la dimensione delle orecchie. In base all’anatomia del padiglione auricolare, il chirurgo pianificherà la procedura operativa più appropriata e la correzione delle orecchie adatta alla fisionomia del volto.

Le tecniche operative con cui si svolge l’otoplastica sono principalmente due: otoplastica mediante incisione e senza incisione.

L’otoplastica mediante incisione è la metodica più praticata e si realizza praticando un taglio verticale nella parte posteriore del padiglione auricolare e il chirurgo può rimodellare l’orecchio secondo quanto pianificato a inizio intervento: il rimodellamento prevede asportazioni di materiale cartilagineo e riposizionamenti. Tutti questi ritocchi vengono saldati e mantenuti in posizione da suture interne, le quali non vengono più rimosse, se non in caso di complicazioni.

A operazione conclusa il chirurgo richiude il taglio con dei punti temporanei e applica un bendaggio attorno al capo del paziente.

L’otoplastica senza incisioni è una tecnica innovativa, messa a punto per evitare di incidere il padiglione auricolare e provocare cicatrici evidenti: l’intervento si realizza applicando, con un ago, delle suture interne che migliorano le deformità delle orecchie. In sostanza quindi non viene eliminato alcun materiale cartilagineo, ma vengono applicate delle cuciture correttive permanenti sotto la pelle e quindi l’aspetto esterno appare normale.

Nei pazienti adulti l’otoplastica è considerata un intervento di chirurgia ambulatoriale che si esegue in anestesia locale e non richiede il ricovero ospedaliero. Nei bambini, invece, le cose sono leggermente diverse: è prevista l’anestesia generale, quindi la completa incoscienza del paziente e il ricovero di un giorno come precauzione. Se l’otoplastica senza incisioni è molto rapida, quella che prevede l’incisione del padiglione auricolare richiede inevitabilmente più tempo: da un minimo di 2 ore a un massimo di 5, a seconda delle modifiche da apportare. Il paziente dovrà restare in osservazione per circa due ore, dopodiché potrà tornare al proprio domicilio e durante le 48 ore successive all’otoplastica è bene rimanere a completo riposo.

Per mantenere le orecchie nella nuova posizione verrà applicato un bendaggio a turbante intorno alla testa per circa una settimana, durante la quale si può manifestare una sensazione di prurito: è essenziale però che le bende rimangano intatte e non vengano spostate.  Dopo la rimozione del bendaggio si consiglia di tenere una fascia da tennista per altre due settimane soprattutto di notte, per evitare che movimenti non controllati possano rovinare il lavoro del chirurgo.

I punti cutanei vengono tolti dopo 15 giorni e la cicatrice, nascosta dietro l’orecchio, diviene in poco tempo quasi invisibile.

Salvo rare circostanze (alle quali è tuttavia possibile rimediare con un secondo intervento), l’otoplastica è un’operazione sicura e il cui esito non delude le aspettative dei pazienti.

I risultati ottenuti sono infatti molto soddisfacenti e sostanzialmente permanenti: una volta che l’effetto si è stabilizzato, dopo i primi 3 mesi, non ci saranno cambiamenti sostanziali nel tempo.

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